I Giardini fiorentini di Cecil Pinset

Architetto e paesaggista uruguayano di nascita, ma inglese d’adozione, Cecil Ross Pinset dopo aver terminato gli studi in Inghilterra partì alla volta di Firenze nel 1907 insieme allo storico dell’architettura  Geoffrey Scott, e ben presto entrò nella cerchia di uno dei più famosi critici d’arte di sempre, Bernard Berenson. Grazie a lui ottenne, insieme all’amico e collega a Scott, la progettazione della Villa i Tatti  a Fiesole dal 1909 che lo portò a fama mondiale e gli consentì di specializzarsi nella realizzazione dei giardini all’italiana e acquisire numerose altre commissioni.

Il giardino formale o giardino all’italiana, è uno stile dell’architettura del paesaggio caratterizzato dalla suddivisione geometrica degli spazi che si ottiene con l’uso di filari alberati e siepi, sculture e architetture vegetali (labirinti, tunnel, colonnati ecc.) realizzate tramite la potatura di cespugli sempreverdi, grandi gruppi di piante o alberi spesso accostati ad elementi architettonici. Questo stile nato nel tardo rinascimento ebbe un forte revival tra otto e novecento grazie ad alcuni paesaggisti, in primis proprio Cecil Pinsent. Considerato il capolavoro per eccellenza di Pinsent e dei giardini all’italiana, il giardino di Villa i Tatti è costituito da un giardino situato di fronte alla villa, una limonaia che lo separa dalle terrazze sottostanti composte per lo più da siepi di bosso rigorosamente potate per mantenere l’assetto geometrico voluto dall’architetto. L’impatto visivo è quindi molto scenografico ed armonico rimandando la mente ai capolavori rinascimentali. A lato della villa si trova il terrazzo della Biblioteca, meraviglioso esempio di giardino pensile pensato come prolungamento della stanza all’aperto. L’ingresso alla villa avveniva tramite un viale di cipressi, che conduceva in alto ad una piccola scalinata e molto caratteristico è il boschetto di lecci nella parte a valle del giardino. Pinsent riuscì a fondere il suo lavoro con il paesaggio circostante, creando tutta una serie di viali albererati che conducevano in aperta campagna, così da consentire il dialogo tra l’interno e l’esterno. A seguito di un importante restauro il giardino, dal 1959 di proprietà dell’harvard University, è stato inserito tra i 10 parchi più belli d’Italia.

A Fiesole, sempre in collaborazione con Scott, si occupò della ristrutturazione della Villa le Balze tra il 1911 e il 1913 curandone la realizzazione dei giardini composti da una serie di terrazze decrescenti, balze appunto (da cui il nome della Villa) organizzate in una successione di “garden rooms" per meglio sfruttare la conformazione del paesaggio, che svelano in ordine un giardino segreto, uno formale, uno selvatico, la balconata fiorita, cipressi e olivi e molti altri caratterizzati dalla vista su Fiesole.

La geometria fa da padrona in tutti gli spazi, dove campeggiano le siepi di bosso, le camelie, limoni in vaso, plumpbago, camelia japonica, Bougainvillea e gelsomini fino ad un nuovo paesaggio, caratteristico di Pinsent, costituito da una bordura di iris, lavanda e rose che separa e al contempo unisce i giardini agli oliveti della campagna circostante. Quello che però viene considerato a tutti gli effetti il capolavoro di Pinsent è la Villa la Foce a Chianciano Terme, a cui lavorò tra il 1927 e il 1939 dove campeggia il giardino formale all’italiana organizzato in terrazze collegate da passaggi e scalinate così da creare un effetto scenografico superbo. Il giardino diviso in ambienti geometrici da siepi di bosso, presenta lievi pendii terrazzati dove crescono ciliegi, pini e cipressi intervallati da ginestra selvatica, timo e rosmarino.

Tra le alte opere di Pinsent degne di nota sono senza dubbio anche il progetto di Villa dell’Ombrellino a Bellosguardo e Villa Capponi  a Firenze; nella prima, una parte del giardino romantico caratterizzato da numerose piante esotiche come le palme, il bambù, i cedri e il ginkgo biloba, fu trasformato dal raffinato architetto in giardino all’italiana con caratteristiche siepi di bosso, mentre nella seconda alle siepi di bosso si affiancano quelle di tasso e il primo terrazzamento è arricchito da uno straordinario glicine secolare.

 

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